Per un nodo che l’assessore alla Viabilità è quasi riuscito a sciogliere – quello per la sistemazione di varchi elettronici per indicare se la Ztl è accesa o spenta – la ferrea opposizione della Regione rischia di far naufragare il progetto di “riutiliz zo” che la Città, su sollecitazione dei vigili urbani, aveva per l’autovelox di corso Moncalieri. Impianto inattivo da quando una sentenza della Corte di Cassazione lo aveva dichiarato fuorilegge, perché posto a guardia di un tratto di viabilità che non ha le caratteristiche indicate dal codice della strada. Da qui l’idea di trasferirlo prima in corso Unità – dove è già stata però fatta la richiesta di sistemare un secondo impianto, da finanziare con fondi ministeriali e poi in corso Grosseto, punto giudicato troppo pericoloso secondo il parere della polizia municipale di Torino.
«Ma prima di prendere qualunque decisione, dobbiamo attendere il parere della Regione, visto che l’autovelox di corso Moncalieri è stato realizzato con risorse non nostre» puntualizzavano non più tardi di ieri pomeriggio dall’assesso rato alla Viabilità di Claudio Lubatti. E a risolvere i dubbi del suo collega di Palazzo Civico è la sua omologa in piazza Castello, Barbara Bonino, che come era già accaduto per la richiesta di trasferire le telecamere dall’altra parte del Po in corso Unità, ribadisce che «non è volontà dell’amministrazione regionale sostenere qualunque progetto volto a fare cassa». «Da parte nostra – ha aggiunto la Bonino – siamo favorevoli a intervenire per installare sistemi tutor, come quelli già attivi sull’autostrada Torino-Savona, su arterie autostradali e a elevato scorrimento. Ma è dimostrato che i velox fissi all’interno dei centri urbani altro non servono che a fare cassa senza apportare sostanziali miglioramenti per la sicurezza stradale».
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