Chiude la Torino del liscio, quella che vide la luce negli anni ’50, la Torino delle sale da ballo dove suonavano le grandi orchestre, dove a dirigerle erano i maestri famosi, Turi Golino, dove si esibivano i nomi che scrissero la storia della canzone italiana, uno su tutti: Nilla Pizzi. Chiude il Du Parc: la storica sala di corso Regina Margherita terminerà il 12 settembre prossimo sessant’anni di onorata carriera. L’edificio sarà abbattuto per fare spazio ad un nuovo palazzo residenziale. E anche se il suo testimone sarà raccolto da Le Roi, il locale che dal 15 settembre prossimo ne proseguirà il cammino artistico e musicale, qualcosa del nostro passato rimarrà inevitabilmente sepolto sotto le macerie di quelle mura. «L’attività riprenderà nella sala de Le Roi – spiega Felice Sassone, da 36 anni direttore del Du Parc – è un filo che non si interrompe ma si riannoda, tuttavia è sempre un pezzo di vita, un ciclo che finisce». Che cosa ha rappresentato il Du Parc per i torinesi? «È stata una sala da ballo per tutti, frequentata da persone in età compressa tra i 30 e gli 80 anni, una clientela vastissima. Si balla e si è ballato di tutto, dal liscio al boogie, alla salsa, al merengue, alla bachata, ai balli di gruppo. Siamo stati tra i primi a introdurre questi ultimi, in particolare il meneito nel ‘ 92. Al Du Parc abbiamo sempre proposto e organizzato cose nuove, quadriglie, serate sportive con i campioni del calcio, della pallacanestro, della pallavolo, giochi vari, risotto e strip tease a mezzanotte. E poi di qui sono passati i grandi nomi dello spettacolo, tutto lo staff di Angelini, oltre a Nilla Pizzi, il Duo Fasano, Achille Togliani, Nunzio Filogamo, Don Backy, Carla Boni e persino Simona Ventura». Qual è stato il periodo d’oro del Du Parc? «Gli anni ’80, quando si aprivano le porte del locale già alle 20,30 perché la gente continuava ad affluire e sostava all’esterno. Ricordo in particolare una serata, annunciata anche alla Rai, in cui era prevista la consegna a Turi Golino della bacchetta d’oro lasciatagli dal maestro Angelini. Fu un evento memorabile. Il locale venne preso d’assalto dal pubblico, tanto che dovemmo fare uscire i cantanti da un’uscita di sicurezza. Dovette intervenire anche la polizia» E dopo?«Dopo ci sono stati periodi meno felici ma dal 2000 con Tony Campa, diventato quattro anni fa titolare del Du Parc, abbiamo assistito ad una rinascita». Avete in mente qualcosa in particolare per la chiusura del Du Parc?«Sì, organizzeremo giovedì 9 settembre prossimo una grande serata, una serata ricordo. Rivivremo insieme sessant’anni di storia di una delle sale da ballo più famose di Torino».