Un punto in due partite. Una partenza così disastrosa per la Juventus non si registrava dall’annata 1962/63 quando i bianconeri pareggiarono a reti bianche con il Genoa e furono sconfitti in casa dall’Atalanta. Dunque erano ben 48 anni che la Vecchia Signora non partiva così male in campionato. Ma c’è anche una nota positiva rifacendosi a quell’annata perché dopo una partenza con il freno a mano tirato, la Juve risalì pian piano la china a chiuse il torneo al secondo posto. Unico neo (per i tifosi bianconeri, ndr), fu che la vittoria andò all’Inter guidata dal mago Helenio Herrera. Ma c’è un’ulteriore controindicazione da segnalare ai sostenitori di Madama: per la cronaca alla terza giornata quella Juve perse ancora. Chissà allora cosa succederà domenica prossima a Udine. In molti fanno gli scongiuri, mentre altri sperano che la storia si ripeta, anche se molto dipenderà da come riuscirà a lavorare in settimana Del Neri. Il tecnico di Aquileia ha le idee chiare, ma non è ancora riuscito a dare la sua impronta a questa squadra. I reparti sono ancora troppo slegati tra loro e, soprattutto in difesa, gli ingranaggi sembrano ancora bloccati. Gli esterni salgono troppo e troppo spesso senza cognizione di causa e i centrali sono spesso costretti ad allargarsi per andare a chiudere i buchi che si creano. Anche i centrali di centrocampo non danno la giusta copertura e questo è un limite per il dna del gioco di Del Neri che, storicamente, incassa pochi gol. Nell’allenamento di ieri mattina, nonostante in molti fossero alle prese con il defaticante del giorno prima, il tecnico ha lavorato anche su quello. Lui ci crede, ma ci devono credere anche i giocatori.[m.a. ]