Con piglio sinistramente imprenditoriale, le mafie – e in particolare l’ndrangheta, che in Piemonte gestisce il 90 per cento delle attività criminose – stanno sviluppando un fiuto infallibile per le opportunità offerte dal mercato. La hanno dimostrato con la crisi economica, diversificando i propri interessi nel settore del gioco d’azzardo legale e non. E si preparano a farlo in previsione dell’avvio dei lavori del Tav, torta multimilionaria da spartire tra appalti, sub-appalti e forniture. Non è certo un caso, quindi, che ieri la commissione parlamentare antimafia presieduta dall’ex ministro degli Interni Beppe Pisanu si sia riunita in Prefettura per avviare una serie di incontri con le forze dell’ordine e gli enti locali piemontesi. Con un occhio, ovviamente, alla Torino-Lione: «Il rischio teorico di infiltrazioni c’è ed è forte, viste anche la specializzazione delle organizzazioni calabresi nell’ambito del movimento terra – ha ammesso Pisanu dopo l’audizione del prefetto Alberto Di Pace , ma le forze dell’ordine metteranno in campo tutte le contromisure necessarie per neutralizzare questa minaccia astuta e sotterranea». Una posizione condivisa anche dal sindaco Piero Fassino, che ha incontrato l’ex ministro nel primo pomeriggio: «Un’area ad alta intensità economica come Torino e il Piemonte è naturalmente esposta al rischio di infiltrazioni e la recente inchiesta della magistratura ci ha dimostrato quanto il rischio sia concreto. La società torinese e le Istituzioni hanno tuttavia le risorse per contrastare ogni tentativo di inquinamento illegale della vita amministrativa ed economica della città».
L’articolo di Paolo Varetto e altri particolari su CronacaQui in edicola il 26 luglio