E’ rimasto in coma per dieci giorni, in un letto d’ospedale a Cirié, prima di arrendersi ad uno shock anafilattico dovuto alla puntura di un calabrone.
È morto così, sabato scorso, Piero Cominetti, 68 anni, titolare del Tennis Club Cirié di via Grande Torino. L’uomo, molto conosciuto in paese, era stato punto da un calabrone mercoledì 29 giugno mentre stava irrigando i quattro campi da tennis in terra battuta che, ogni giorno, richiamano decine di appassionati. Sulle prime, come affermato da alcuni testimoni, Cominetti non aveva avuto alcun tipo di reazione alla puntura ma, una volta entrato nella “club house” – dove è presente il servizio bar e tavola calda – l’uomo ha perso i sensi ed è stramazzato al suolo sotto gli occhi della moglie Anna, che ha provato a rianimarlo con la respirazione bocca a bocca.
Immediato l’intervento dei medici del 118, chiamati sul posto da alcuni tesserati: nonostante le cure del caso, le condizioni dell’uomo sono apparse subito gravissime.
A nulla sono valse le trasfusioni, le flebo e le cure mediche previste in questi casi. Cominetti, infatti, è entrato quasi subito in coma, prima di spirare, nel reparto di terapia intensiva, nel primo pomeriggio di sabato 9 luglio, lasciando la moglie e i due figli. Martedì mattina, a Caselette, paese natio dell’uomo, erano presenti centinaia di persone alle esequie, celebrate presso la parrocchia di San Giorgio. Molte le corone e i messaggi d’affetto e di cordoglio da parte dei tesserati del club ciriacese e degli impianti tennistici della zona.
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