La Torino-Lione rischia di saltare sullo striscione del traguardo per un incredibile pasticcio burocratico-politico del Governo. È un un cavillo da tecnici, un semplice emendamento alla manovra che domani verrà discussa al Senato, a far tremare in queste ore il Piemonte. All’interno del testo il ministro Stefania Prestigiacomo aveva inserito il rinnovo della commissione Valutazione impatto ambientale (Via): un organismo del ministero dell’Ambiente formato da ingegneri, architetti, docenti, geologi e avvocati che, per legge, deve dare il nullaosta ai progetti delle grandi opere prima che queste possano essere finanziate e realizzate. La commissione, che ha mandato triennale, è scaduta il 22 giugno e da settimane si attende l’atto di rinomina per sbloccare gli iter delle infrastrutture.
Nel caso della Tav la faccenda è particolarmente delicata. Fra le condizioni imposte dall’Europa per confermare gli stanziamenti all’opera (oltre all’accordo Italia-Francia e all’apertura del cantiere di Chiomonte) c’è l’approvazione entro fine luglio del progetto preliminare della tratta internazionale: il tunnel di 57 chilometri fra i due paesi e la stazione di Susa. La riunione del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) deputata a dare il via libera è fissata proprio a fine mese. Ma prima c’è da ottenere il “sì” della commissione Via: davvero una formalità, visto che ormai sul progetto non ci sono più dubbi. Solo che al momento quella commissione non esiste e non può approvare un bel niente. Da qui il pressing dei parlamentari piemontesi e l’urgenza del ministro Prestigiacomo nel rinnovare l’organismo, anche inserendolo con un articoletto nel calderone della manovra.
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