Il più grande processo per amianto d’Europa conta oltre tremila morti e un numero imprecisato di malati. «In tanti anni non avevo mai visto una tragedia come questa», ha sottolineato in aula il procuratore Raffaele Guariniello poco prima di chiedere la condanna dei due presunti responsabili di quella tragedia. Il magistrato torinese, affiancato nel processo dai due sostituti Sara Panelli e Gianfranco Colace, ha quindi chiesto condanne a 20 anni di reclusione per il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, 64 anni, e per il barone belga Jean Louis Marie Ghislain de Cartier de Marchienne, ottantanovenne. Entrambi gli imputati sono accusati di disastro ambientale doloso (per l’inquinamento e la dispersione delle fibre-killer) e omissione volontaria di cautele nei luoghi di lavoro. L’accusa ha chiesto anche tre pene accessorie: l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, l’incapacità di trattare con la pubblica amministrazione per tre anni e l’interdizione temporanea dalla direzione di imprese per dieci anni. Le richieste dei pm sono state pronunciate nella cinquantesima udienza del maxi-processo che dal gennaio 2010 si celebra nella maxi aula 1.
L’articolo di Giovanni Falconieri su CronacaQui in edicola il 5 luglio