Arcore? «Un bordello». Le cene con le ragazze? «Un sistema per compiacere il presidente del Consiglio». Non ci vanno per il sottile, i magistrati milanesi, nel chiedere il rinvio a giudizio del consigliere regionale Nicole Minetti, del direttore del Tg4 Emilio Fede e dell’agente di spettacolo Lele Mora (già in carcere per bancarotta fraudolenta), tutti accusati di favoreggiamento della prostituzione minorile.
Nel frattempo, lamentando danno di immagine e morale per essere state considerate escort non essendolo, si sono costituite parte civile Ambra Battilana e Chiara Danese (avvocati Patrizia Bugnano e Stefano Castrale), le due ragazze torinesi che si erano presentate spontaneamente in procura per raccontare della loro partecipazione ad una presunta festa avvenuta ad Arcore. Nella richiesta, accolta dal gup, si legge che le due miss hanno «subito un danno non patrimoniale costituito dalla profonda ed enorme sofferenza subita» per essere state considerate delle escort e quindi di essere state indotte a tale attività facendole partecipare «ad una serata ad Arcore nella dimora di Silvio Berlusconi » il 22 agosto scorso. Le due ragazze infatti lasciarono Villa San Martino sconvolte. Nell’istanza si chiedono anche danni patrimoniali dovuti alla «perdita di chance lavorative» lavorativa causata dall’essere state considerate delle escort.
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