Pezzo dopo pezzo, la Maddalena si svuota. Il movimento leva le tende, i No Tav battono in ritirata sul versante della montagna. Per la Libera Repubblica della Maddalena è il giorno della resa, e le bandiere No Tav calpestate dalle camionette delle forze dell’ordine che hanno invaso il presidio ne sono la dimostrazione.
Sul piazzale dell’ecomuseo sono sparite la cucina ed il tendone ristorante. Le barricate sono state abbattute. Il presidio spezzato in due dall’arrivo delle ruspe. Nella notte, alla vigilia del blitz, dal palco allestito nel parcheggio lo slogan era: «Restiamo qui e facciamoci portare via di peso». Così non è stato, i No Tav hanno fatto dietrofront sulle montagne con le loro gambe, scacciati dai fumogeni di polizia e carabinieri. Pochi, non più di una decina di manifestanti, sono rimasti sul posto a bandiere ammainate. «Questa è la sconfitta della politica che combatte contro la politica», dice uno dei tanti amministratori che nella giornata più lunga per Chiomonte ha vestito simbolicamente una fascia tricolore e si è presentato alla sede distaccata dell’unità di crisi, istituita sul terreno di proprietà della Comunità Montana. Un’ordinanza del Prefetto ha determinato lo sgombero anche del presidio degli amministratori.
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