Un Nabucco sorprendente quello andato in scena mercoledì sera allo stadio Olimpico, malgrado le polemiche, i problemi organizzativi, il forfait del baritono Carmelo Corrado Caruso e i disguidi di regia. L’inizio dello spettacolo si è fatto attendere, ma ne è valsa effettivamente la pena: l’orchestra, diretta da un impeccabile Alberto Veronesi ha lasciato senza fiato i quasi 17mila spettatori, conquistandosi gli applausi scroscianti di Torino. Nel parterre, tra tacchi vertiginosi, abiti lunghi e impettite giacche e cravatte, c’erano tanti volti noti, da Umberto Veronesi a Maurizio Braccialarghe e Francesco Profumo, oltre alla famiglia Pessotto e a Giancarlo Caselli.
Molte le aspettative per un’opera lirica che si è fatta notare, per clamore e dimensioni, quanto un concerto rock. Tante le polemiche, prima, durante e dopo, ma un coro unanime di consensi davanti alla bravura degli artisti. Una squadra di 600 eroi, che, in un modo o in un altro, alla fine ce l’hanno fatta. «Speriamo che l’acustica sia buona» si augurava prima dello spettacolo, Franco, imprenditore piemontese, e sarà rimasto sorpreso dall’immensa dote vocale della protagonista Dimitra Theodossiou, sul palco nelle vesti di Abigaille, e dall’eccezionale performance dell’orchestra. Se dietro le quinte gli animi erano tesi, in scena Nabucco ha reso onore a Verdi. D’altronde il direttore artistico Loretta Braschi, salendo sul palco prima del grande inizio, l’ha anticipato: «Non è stato facile, lo stadio non è un teatro» ha dichiarato col microfono in mano, ma tutto bene quel che finisce bene. «Abbiamo avuto problemi organizzativi, ma era la prima volta che in Italia si realizzava uno spettacolo così importante, e non si può non tenerne conto – ha commentato Sandro Coppola, responsabile marketing, comunicazione e sponsor -. Abbiamo comunque raggiunto il traguardo, con l’impor tante riconoscimento della Torino e del Piemonte che contano. L’opera si è conclusa con un grande abbraccio collettivo».