Volto tirato e occhio lucido che le lenti scure non bastano a nascondere, tailleur scuro gessato, una coccarda tricolore per i 150 dell’Unità d’Italia, Caterina Ferrero esce scortata dai finanzieri per risalire sulla Mercedes grigia che la porterà nella sua villa di Leinì dove dovrà rimanere ai domiciliari. Non è stata una mattinata facile, quella in caserma, per niente: dopo l’arresto del suo braccio destro Piero Gambarino e altri nell’ambito dello scandalo “sanitopoli” (lo scorso 27 maggio) in cui lei stessa era indagata, dopo gli interrogatori susseguitisi per giorni e giorni, Caterina Ferrero non era riuscita a nascondere con le persone più vicine il timore che potessero scattare anche per lei provvedimenti restrittivi. E così è avvenuto.
Ieri mattina i finanzieri le hanno notificato l’ordine di custodia richiesto dal pm Andrea Beconi e firmato dal gip Cristiano Trevisan, poi l’hanno accompagnata in caserma per espletare le formalità di rito. E qui, probabilmente, leggendo le parole contenute nelle 77 pagine dell’ordinanza, ha subìto il colpo più duro: « L’indagata ha mostrato di piegare sistematicamente la funzione pubblica al proprio personale interesse, impedendo una gara pubblica già bandita per far prevalere l’interesse particolare suo o dei soggetti a lei vicini ».
L’articolo di Andrea Monticone e altri particolari su CronacaQui in edicola il 16 giugno