Nucleare, acqua pubblica, legittimo impedimento. I quattro quesiti dei referendum si trasformano in un trionfo del Sì, grazie ad un’affluenza altissima un po’ in tutte le regioni italiane e che è rimasta al di sotto di quella fatta registrare per le recentissime amministrative solo per pochi punti. Il quorum è stato raggiunto praticamente ovunque, se si escludono alcune province del Meridione ( Foggia, Catania, Trapani, Caltanissetta, Reggio Calabria, Crotone, Vibo Valentia) e la nordica Sondrio. Schiaccianti ma anche scontate le vittorie dei sì sulle schede, fra il 94 e il 96 per cento a seconda dei casi.
Che la fatidica soglia del 50 per cento più uno, necessaria a rendere valida la consultazione, sarebbe stata superata con facilità, lo si era capito fin dalla sera di domenica quando i votanti erano già oltre il 40 per cento a livello nazionale e sopra il 45 per cento a Torino. Il dato finale certifica che alle urne si è recato il 56 per cento degli elettori. Nella nostra città l’affluenza è arrivata al 60 per cento, stesso dato di Roma e poco meno di Genova ( i picchi a Firenze e Bologna con il 64), ma considerando l’intera provincia l’affluenza sale al 61. Merito non solo della ” cintura rossa”, che vede Grugliasco e Collegno al 67, Settimo e Nichelino al 65, Venaria al 64 e Rivoli al 62, ma anche di comuni tradizionalmente meno vicini al centrosinistra come Chivasso, San Mauro e Orbassano ( tutti al 64), Chieri ( 62) o Carmagnola che totalizza il 60. Il record nella nostra provincia va alla microscopica Massello, in Val Germanasca, con l’ 85 per cento. Ma oltre il 70 per cento ci sono anche tanti comuni della Valsusa, da Giaglione a Venaus, da Vaie a San Didero.
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