Il presidio No Tav di Chiomonte sarà sgomberato al più presto ma senza l’intervento dell’esercito.
A prendere finalmente una decisione su come procedere per consentire l’avvio dei lavori della Torino-Lione in Val di Susa è stato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni che ieri mattina è volato fino a Torino per partecipare a un vertice con prefetto, vertici delle forze dell’ordine, sindaco di Torino e presidenti di Provincia e Regione. Sapendo bene che a Chiomonte ci sarà una forte resistenza dei No Tav, il primo dubbio a cui Maroni era chiamato a rispondere era se dichiarare il cantiere un “sito di interesse strategico nazionale” – come richiesto da più parti negli ultimi giorni – e quindi utilizzare l’esercito per sgomberare i manifestanti. «Una eventualità che ho escluso ha spiegato il ministro Maroni – perché non vedo le condizioni né oggi né domani né in futuro per l’im piego delle forze armate. Quello della Tav è un problema di ordine pubblico. Saranno prefetto e questore a decidere nei prossimi giorni le modalità dell’intervento». Con obiettivi ben precisi. «Saranno trovate le misure più adeguate per impedire atti di violenza – ha detto Maroni – simili a quelli visti negli ultimi giorni». Anche perché «non ci possiamo permettere una figuraccia mondiale – ha spiegato il ministro – l’opera si deve fare nei tempi previsti per evitare di pagare penali salatissime».