Anche i detenuti avranno un ruolo attivo nel contrastare i suicidi tra i compagni di cella. Dopo Milano, anche a Torino, nel carcere “Lorusso e Cutugno”, che conta 1.592 detenuti e in un anno 23 tentativi di suicidio di cui tre andati in porto in appena 20 giorni, i compagni di cella dei detenuti più “fragili” avranno il compito di seguirli e supportarli, dietro una formazione ad hoc, per evitare che depressione, sensi di colpa, sofferenza e disagio sfocino in suicidi.
Di recente sono state ben tre le morti in carcere, a distanze ravvicinate. Al punto che la direzione ha deciso di intervenire portando in campo risorse “attive” come i detenuti. «Agli appellanti – spiega Pietro Buffa, direttore del carcere – e cioè ai detenuti c o n u n a condanna di primo grado non inferiore agli otto mesi, chiederemo una d is po n ib il ità volontaria ad accog l i e r e u n co mp ag no di cella “fragile” per coinvolgerlo nelle attività strappandolo così dalla solitudine, peggior nemico dei detenuti più a “rischio”».
L’articolo di Liliana Carbone su CronacaQui in edicola il 2 giugno