La barricata allestita in strada dell’Avanà a Chiomonte è costata le prime 15 denunce ad altrettanti anarchici No Tav che ieri mattina hanno impedito il passaggio ad alcuni carabinieri, in borghese prima e in divisa poi.
La notte successiva alla sassaiola che ha impedito l’avvio dei lavori per il cunicolo esplorativo della Maddalena è trascorsa tranquilla. Qualche decina di manifestanti ha nuovamente allestito le barricate che erano state rimosse in giornata ma questa volta non sono servite a nulla: polizia, carabinieri e operai non si sono fatti vedere. Nessun nuovo tentativo di forzare il blocco, in attesa che dalla Prefettura – e quindi dal Governo – giungano precise indicazioni su date e modalità del nuovo intervento. In mattinata, ecco la nuova “invenzione” del movimento: la barricata che bloccava il principale accesso alla Maddalena è stata infatti rimossa ma al suo posto sono stati sistemati un gazebo e un camper di traverso alla strada. Impossibile per chiunque passare senza sottostare all’esame dei No Tav: «Una barriera mobile – per riportare le parole degli stessi movimenti ripresi da uno dei loro siti – che permette il passaggio di vignaioli, arrampicatori sui massi e presidianti, ma che blocca l’accesso all’area della Maddalena alle auto indesiderate», e cioè a quelle di forze dell’ordine e giornalisti non benvoluti. E infatti quando sul posto si sono recati i carabinieri guidati dal capitano Stefano Mazzanti a chiedere di rimuovere il posto di blocco e di poter transitare, la risposta è stata un diniego: «Da qui passa solo chi diciamo noi».
L’articolo di Claudio Neve e altri particolari su CronacaQui in edicola il 26 maggio