La Fiat è sempre più vicina ad ottenere la quota di maggioranza della Chrysler. Come previsto nei giorni scorsi, ieri il Lingotto ha ufficializzato il rifinanziamento del debito di 7,6 miliardi di dollari, oltre agli interessi, contratto con i governi di Usa e Canada al momento dell’acquisizione della prima tranche della casa americana. La Fiat, con sei anni di anticipo rispetto ai termini fissati dagli accordi, sale così al 46% delle quote Chrysler dal precedente 30%, pagando 1,3 miliardi di dollari ed esercitando l’op zi on e che le ha consentito l’ulterio re acquisizione a prezzo fisso. Ora il prossimo obiettivo è mettere al sicuro il restante 5% prima della quotazione alla Borsa di New York.
L’accordo con i governi del continente americano è proceduto per gradi. La Fiat è passata dal 20% al 30% di quote grazie all’acquisizione a titolo gratuito di due pacchetti azionari del 5% che erano vincolati al raggiungimento di alcuni obiettivi. Ha ancora la possibilità di ottenere un ulteriore 5%. Il primo dei due traguardi raggiunti è stato quello annunciato a Detroit il 10 gennaio, che era condizionato alla produzione negli Stati Uniti (a Dundee, in Michigan) del motore Fire della Fiat. La seconda quota è stata acquisita grazie al raggiungimento di altri obiettivi: Chrysler ha ricavato 1,5 miliardi di dollari con le vendite al di fuori di Canada, Stati Uniti e Messico, sono stati raggiunti accordi con il 90% dei concessionari Fiat in Brasile e il 90% di quelli ubicati nei confini dell’Unione Europea per la distribuzione di uno o più veicoli Chrysler. È stata infine definita un’intesa che prevede la remunerazione di Chrysler Group per l’utilizzo da parte di Fiat delle sue tecnologie al di fuori dei Paesi Nafta, cioè oltre i confini di Stati Uniti, Canada e Messico.
L’articolo di Alessandro Barbieri su CronacaQui in edicola il 25 maggio