Aveva accoltellato il padre nel bel mezzo di una partita alla Playstation, gli aveva tagliato la gola con un grosso coltello da cucina perché convito che il genitore barasse e cercasse di vincere gli incontri di calcio senza rispettare le regole del gioco. L’aggressore, oggi diciassettenne, ha già trascorso in galera quasi un anno e mezzo e ieri mattina è stato “messo alla prova” presso una comunità del cuneese. Nel frattempo, però, si è scoperto che il ragazzo, già definito “socialmente pericoloso” a causa di certi suoi atteggiamenti violenti e improvvisi, soffrirebbe di un difetto di natura genetica, vale a dire della cosiddetta anomalia del ” doppio cromosoma Y”, quella che certa letteratura scientifica, un tempo, associava alle persone violente e aggressive. Il “doppio cromosoma Y”, o corredo cromosomico XYY, veniva anche definito “sindrome dei carcerati” perché, sempre secondo quegli stessi studiosi, veniva osservato con frequenza più elevata nei soggetti detenuti in galera. Conclusioni, queste, poi parzialmente smentite da ricerche più recenti.
L’articolo di Giovanni Falconieri su CronacaQui in edicola il 20 maggio