L’ha avuta in cura per circa un anno, poi qualcosa nell’atteggiamento della paziente è cambiato. «Quella donna ha iniziato a essere particolarmente invadente nella mia sfera privata – ha raccontato la bella psicologa ai carabinieri della stazione Monviso, a Torino mi cercava in continuazione, anche nei periodi di vacanza. Mi telefonava, mi inviava sms, si appostava sotto il mio studio e nei pressi della mia abitazione. Cercava di mettersi in contatto con me, con mia mia madre e con mia figlia. Mi ha reso e continua a rendermi la vita impossibile». Dopo due anni di autentico calvario, la dottoressa si è rivolta al l’avvocato Loredana Gemelli e ha denunciato per stalking la ormai ex paziente.
Il rapporto di natura professionale tra vittima e stalker comincia tre anni fa, quando la dottoressa prende in cura quella che in realtà è una paziente di una propria collega: «La mia collega è in maternità e lascia a me la propria paziente». Il primo anno di analisi scorre via liscio, senza particolari intoppi. Poi, all’inizio del secondo anno di cure, qualcosa cambia nel rapporto tra medico e paziente. Cambia, a dire il vero, il comportamento della paziente nei confronti della dottoressa.
L’articolo di Giovanni Falconieri su CronacaQui in edicola l’11 maggio