Tentati suicidi, dipendenze patologiche e vendita dei beni più cari pur di ottenere denaro contante: sono le altre facce di un male oscuro che si chiama depressione. Pochi giorni fa, davanti ai cancelli della ex Bertone, mentre i lavoratori si mettevano in coda per votare al referendum, aveva fatto scalpore il vero e proprio grido di dolore di una donna: «Mio marito ha tentato di uccidersi perché temeva non pagassero più la cassa integrazione». Sessantenne, un figlio di 12 anni che va a scuola, la cassa integrazione come un incubo infinito e il terrore che la Fiat smetta di pagare l’assegno di indennità. Ed ecco l’ansia, il male oscuro, il passaggio in ospedale. Poi, con le dimissioni, ancora quel terrore addosso e il gesto disperato di gettarsi da un cavalcavia a pochi metri da casa.
L’articolo di Liliana Carbone su CronacaQui in edicola il 5 maggio