L’attacco è partito tra la sorpresa e lo sgomento di migliaia di torinesi che hanno visto sfilare partigiani, sindacati e lavoratori lungo via Po, salutando con piacere il serpentone aperto dal sindaco Sergio Chiamparino, con a fianco i due candidati favoriti alla sua successione, Michele Coppola e Piero Fassino. Un blitz rapido che ha spiazzato per qualche istante gli agenti in tenuta antisommossa, prontamente intervenuti a fermare la contestazione di una cinquantina di autonomi del centro sociale Askatasuna.
«Fuori i fascisti dal corteo», hanno gridato all’indirizzo del candidato del centrodestra, lanciando poi banconote false da cento euro raffiguranti i segretari nazionali di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e dell’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne. «Raiss, sindacati gialli e padroni, cacciamoli tutti», il grido di battaglia. «Fuori i razzisti dal corteo», il ritornello ripetuto tra via Po e via Bogino. Il primo atto di una messa in scena che proseguirà fino alla fine della manifestazione, con il rogo di tre bandiere della Cisl e della Uil, dopo i tradizionali interventi dal palco di piazza San Carlo.
L’articolo di Enrico Romanetto su CronacaQui in edicola il 3 maggio