Sergio Marchionne ha schiacciato ancora il pedale dell’acceleratore e ha fatto un balzo in avanti sulla strada per il controllo di Chrysler. Entro la fine di giugno la Fiat, infatti, comprerà il 16% delle azioni sborsando 1,26 miliardi di dollari: un’operazione che consentirà al gruppo torinese di salire dall’attuale 30% al 46%. Entro la fine del 2011 il Lingotto compirà l’ultimo passo (assemblare in Usa un’auto capace di percorrere 40 miglia a gallone) e potrà mettere le mani su un altro 5% e controllare la casa di Detroit. E allora si aprirà nuovamente il problema della sede legale del gruppo automobilistico, che dal Lingotto potrebbe essere spostata ad Auburn Hills. Tuttavia, come ha già ribadito più volte Marchionne, è ancora prematuro affrontare il problema.
I riflettori, quindi, vengono puntati sull’accordo raggiunto ieri da Fiat con Chrysler Group Llc e gli altri soci. Un’operazione che «segna una tappa storica ed è per noi motivo di grande soddisfazione e orgoglio», ha sottolineato il presidente John Elkann, prima di aggiungere che «mio nonno l’avrebbe approvata con un grande sorriso ». «Insieme a Chrysler – ha aggiunto Elkann – Fiat darà vita a un gruppo automobilistico più forte, con una gamma completa di prodotti, presente su tutti i mercati del mondo e capace di competere con chiunque. Nel corso degli ultimi anni Fiat e Chrysler hanno saputo lavorare fianco a fianco, con impegno e rispetto reciproco. Grazie al contributo di tutte le persone che lavorano con noi e con il pieno sostegno mio e della mia famiglia, questo spirito di collaborazione diventerà da oggi ancora più forte, per creare automobili belle, divertenti, sicure e rispettose dell’ambiente».
L’articolo di Filippo De Ferrari e altri particolari su CronacaQui in edicola il 22 aprile