Mentre politici e magistrati si danno battaglia su processo breve, lodi e contro lodi, un assassino esce dalla porta principale del Lorusso e Cutugno con un permesso premio e non torna più. Un altro scandalo in un sistema che non funziona, si dirà. E un altro colpevole che se la ride alle spalle di una vittima e di una famiglia che aspettavano giustizia da anni. Il finale, però, questa volta non è così scontato. Perché la storia di Francesco Bagarello, 65 anni, entrato in carcere il 3 luglio 2008 ed evaso il 30 luglio 2010, si intreccia con un altro omicidio. E se l’ipotesi della fuga resta quella più credibile, non si può escludere che l’anziano killer, premiato per aver fatto delle rivelazioni su un delitto commesso 42 anni fa, non sia stato messo a tacere per sempre.
Tutto inizia il 20 dicembre 1969. Alle 4 di mattina, il panettiere Armando Birolo viene freddato con una pistolettata al cuore davanti al portone di casa, in via Campobasso. Dalle sue tasche spariscono due milioni, e gli uomini della mobile diretta dal celeberrimo dottor Montesano fermano un ex dipendente della vittima. Si chiama A.M., a suo carico ci sono diversi indizi, ma mancano le prove, e viene rilasciato
L’articolo di Stefano Tamagnone – tamagnone@cronacaqui.it – su CronacaQui in edicola il 21 aprile