«Se ci avessero avvertiti che la biopsia era così rischiosa, allora non avremmo dato l’autorizzazione ad eseguirla». Lo dicono con il dolore nel cuore Denise e Vincenzo Coratella, 29 e trent’anni, mamma e papà di Nicole, la piccina di soli sette mesi morta domenica scorsa al Regina Margherita. Una famiglia giovane e semplice, lui è operaio, lei casalinga, che riponeva in quella bambina tutti i sogni e le speranze che si possono nutrire.
Invece, quello che sembrava un ricovero di routine al pronto soccorso del Regina Margherita, si è rivelato una tragedia. «Da qualche tempo la bimba tossiva in continuazione – dicono i genitori – tanto da dover sopportare diversi aerosol al giorno. La nostra pediatra ci aveva anche prescritto un antibiotico ma ci aveva detto, per il momento, di non somministrarlo». Sabato la situazione si è aggravata, «la piccola faceva molta fatica a respirare», l’arrivo al pronto soccorso (inizialmente le è stato assegnato un codice verde), poi le condizioni di Nicole sono precipitate.
L’articolo di Marco Bardesono e altri particolari su CronacaQui in edicola il 19 aprile