L’ha soffocata nel sonno, strangolandola con una cravatta. Poi ha tentato il suicidio tagliandosi le vene con una lametta da barba. Si è sdraiato accanto al corpo senza vita dell’anziana zia e lì ha atteso la morte, per tutta la notte. Morte che però non è arrivata. Così all’alba ha telefonato ai carabinieri e ha confessato l’omicidio. Gianfranco Varetto, 63 anni, è stato condannato ieri mattina alla pena di 10 anni e otto mesi di reclusione, con il rito abbreviato, dal giudice Roberto Ruscello. Il pubblico ministero Andrea Bascheri aveva chiesto per l’imputato una condanna a 12 anni di carcere. Varetto era assistito in aula dall’avvocato Novella Ferrini. È il mese di maggio di un anno fa quando va in scena la tragedia. Gianfranco Varetto abita con la vecchia zia 84enne, Concetta Giuseppina Castino, in un misero alloggio in via Napione, a Torino. L’u om o non ha un lavoro, è disoccupato. L’unica fonte di reddito della famiglia è la modesta pensione della donna, sufficiente appena per pagare l’affitto.
L’articolo di Giovanni Falconieri su CronacaQui in edicola il 14 aprile