Il sospetto che nei conti ereditati dalla precedente amministrazione ci fosse qualcosa che non andava, la giunta Cota lo ha avuto fin da subito. Ma da lì a immaginare che nelle pieghe di un bilancio che pareggia a 11,5 miliardi di euro si nascondesse un “buco” di 2 miliardi e 184 milioni il passo non è così breve. Una «tassa- Bresso» per dirla con le parole del governatore, che ieri mattina ha anche convocato una conferenza stampa «per dire ai piemontesi qual è l’eredità lasciata da chi è venuto prima di noi». «Un’operazione trasparenza – ha aggiunto Cota necessaria perché tra la politica e i cittadini si instauri un rapporto fondato sulla chiarezza e sulla trasparenza. E per dire ai piemontesi che per colpa di altri oggi ci troviamo a gestire una situazione molto difficile». Scorrendo le tabelle del bilancio del 2010, quello «predisposto dalla Bresso e che noi abbiamo dovuto approvare», il presidente Cota e il suo assessore al Bilancio Giovanna Quaglia accusano i loro predecessori di aver applicato un «meccanismo scientifico di maquillage finanziario finalizzato unicamente a far quadrare forzatamente i conti e a nascondere il reale stato delle cose». In particolare, ad aver gettato il sale sulla coda alla maggioranza di centrodestra sono state le stime delle entrate tributarie legate all’Irap. Che alla prova dei fatti, «erano così gonfiate da provocare un disavanzo di 614 milioni di euro».
L’articolo di Paolo Varetto su CronacaQui in edicola il 12 aprile